Guardare tra le immagini
- Paolo Maria Ferrari
- 2 set
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 9 set

Ogni giorno, i ragazzi sono immersi in un flusso infinito di immagini: social, pubblicità, video, storie, meme. Ne ricevono e ne mandano migliaia, senza quasi avere il tempo di fermarsi a capire cosa comunicano davvero, quali emozioni suscitano, quali messaggi nascondono. In questo contesto, saper distinguere tra ciò che è superficiale e ciò che è significativo diventa una competenza fondamentale, non solo per il presente, ma anche per il futuro.
Ogni video, fotografia o montaggio, se guardato nel modo giusto, diventa un laboratorio in cui allenare l’occhio critico, la creatività e la capacità di raccontare una storia che abbia senso per gli altri.
Non si tratta solo di “fare contenuti”, ma guardarci dentro, capire il mondo che ci sta dietro e le sue dinamiche, le professionalità che ci lavorano e le loro competenze specifiche. Ma anche scoprire perché un’immagine ci piace più di un’altra, perché un video lo guardiamo fino alla fine e un altro lo scrolliamo dopo pochi secondi.
Guardando un video su TikTok probabilmente l’ultimo pensiero degli utenti è pensare che dietro a quel prodotto c’è qualcuno che l’ha scritto, qualcuno che l’ha recitato, qualcuno che l’ha registrato e qualcuno che l’ha montato.
In un mondo in cui la comunicazione visiva è onnipresente, imparare a interpretare le immagini e trasformarle in messaggi chiari ed efficaci è una vera palestra di osservazione, creatività e pensiero critico. E mentre i ragazzi scoprono come raccontare una storia visiva, crescono anche come osservatori attenti del mondo che li circonda, imparando a dare senso a ciò che vedono e a ciò che vogliono condividere. E chissà: forse sono proprio gli occhi dei ragazzi a rivelare nuove competenze nascoste, pronte per emergere tra le immagini che ogni giorno li attraversano.






























